DialogueSono mamma da quasi quattro anni e posso dire che una delle cose che infastidisce le mamme sono i consigli non richiesti.

Troppo spesso chi ci circonda gioca con noi mamme a quello che Eric Berne chiamava “Perche’ non..”.

Berne negli anni ’50 ha ideato la cosiddetta analisi transazionale, un’evoluzione relazionale della psicoanalisi, che ha descritto molti tipi di transazioni, ossia gli scambi comunicativi e relazionali.

Ha descritto i cosiddetti “giochi psicologici”, tipologie di scambi strutturati e prevedibili che seguono una sorta di schema fisso e che comporta stati d’animo sgradevoli per chi partecipa. Si instaurano in maniera inconsapevole, ma possiamo imparare a riconoscerli e a non caderci.

Torniamo al “Perche’ non…”

Si tratta di uno scambio in cui una persona inizia uno scambio comunicativo, e relazionale, dando ad un’altra persona un consiglio non richiesto, ponendosi cosi’ nella veste di esperto e ponendo l’altro nel ruolo di colui che ha necessita’ di risolvere una questione senza riuscirci con le sue risorse.

Si attacca una transazione che puo’ diventare infinita di “Perche’ non….” che in genere vengono ad incastrarsi e rigenerarsi nella risposta che spesso diventa “si, ma….”

Colui, o colei, che ha dato il via al gioco proponendosi come “salvatore” che sa dare soluzioni, ovviamente assolutamente non richieste, si scontra con i “Si, ma…” della “vittima” che non le trova soluzioni adeguate.

Alle neo mamme capita spesso di incappare in questo gioco.

“Perche’ non lo prendi in braccio, ha bisogno di te!”

“Perche’ non lascia che pianga, allarga i polmoni, sai?”

“Perche’ non lo allatti a richiesta, il bimbo sa quando ha fame!”

“Perche’ non lo allatti ad orario, devi dargli delle regole!”

L’elenco come ognuna di noi sa potrebbe essere infinito.

Quello che a volte mi lascia perplessa e’ che spesso sono altre mamme a giocare a “Perche’ non…” dimenticando forse quanto sono state male a loro volta quando qualcuno ha “giocato” con loro a fare l’esperto/a di turno.

Personalmente credo che ciascuna di noi sia quella che Winnicott chiamava “madre sufficientemente buona”. Ogni mamma sa, solo che all’inizio abbiamo paura, una paura che ci rende ancora piu’ attente e piene di cure per il nostro cucciolo.

Chi ci circonda dovrebbe supportarci, darci sicurezza, dirci quanto piu’ spesso possibile che sappiamo e possiamo.

Capita addirittura di leggere non troppo velati insulti, ironie bizzarre e offensive tra mamme.

Ci sono tanti tipi di persone, tanti tipi di mamme. Ognuna, scansando quei per fortuna rari casi eccezionali di conclamate patologie, e’ “sufficientemente buona” per il suo cucciolo. Questo non va mai dimenticato.

*”A che gioco giochiamo” e’ il titolo del testo di Eric Berne dove l’autore descrive i vari tipi di giochi psicologici.

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