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Era la fine di ottobre 2012, non sapevo e soprattutto non sospettavo che sarei diventata mamma di lì a 9 mesi, per caso durante una visita la ginecologa mi chiese di effettuare le analisi del sangue di routine da cui venne fuori che si, aspettavo una creaturina.
Ringrazio ogni giorno il destino che mi ha sollevato da nausee e gastriti tipiche dei primi mesi e pensavo fin lì che sarebbe andato tutto da manuale, già mi vedevo sfoggiare il pancione in giro per il mondo, milioni di foto e bella come non mai (perchè diciamocelo quando rimaniamo incinta noi donne non vediamo l’ora di farlo vedere a tutti), ma così non è stato.
Al mio secondo mese sono iniziati i problemi, avevo dei piccoli crampi alla pancia e durante la seconda visita il medico mi consigliò il riposo, non ancora assoluto, ma quasi, non potevo quindi fare le passeggiate tanto sognate, non potevo stare in piedi e sfaccendare per casa ma mi spostavo ancora tra divano, letto ed aperture di frigo ad ogni ora. Alla visita successiva la diagnosi fu ancora più infausta, il collo del mio utero era arrivato a misurare 1,5 cm ed il parto era già quasi aperto; immaginate la mia faccia, lo sconvolgimento dei piani, i pensieri fissi ed i se e ma e perchè riguardo la mia gravidanza a solamente 3 mesi. Fu così che alla 16ma settimana mi sono definitivamente appropriata del letto in casa dei miei genitori per quelli che sono stati i 6 mesi più lunghi e belli della mia vita. Intervallate da calcetti e rivoluzioni del cucciolo avevo contrazioni tipo parto dal 3 mese; la terapia farmacologica di enorme entità non ha sempre funzionato e in aprile mi ricoverarono all’ospedale di Perugia perchè rischiavo di partorire un esserino di soli 5 mesi e mezzo di gestazione, ero in ginecologia, e mentre vedevo donne tentare di tirare fuori i loro figli io speravo che la mia rimanesse dentro almeno finchè non avesse potuto respirare da sola e crescere sana. In ospedale mi hanno fatto dosi massicce di ormoni che mi hanno dato altri problemi come abbassamento della pressione e tremori tanto che dovevo essere imboccata in quanto non riuscivo a tenere in mano nemmeno il cucchiaio.
Proprio in ospedale ho avuto però la fantastica notizia che l’esserino che avevo nella pancia si era girato in modo da poter uscire nel più naturale dei modi ma soprattutto mi dissero che non era un maschietto quello che doveva nascere ma una bellissima principessa. Mi dimisero dall’ospedale con il collo dell’utero stabile ma sempre in condizioni precarie, e ricominciai le mie interminabili giornate a letto.
Allo scoccare della 37ma settimana il dottore che mi aveva in cura mi diede la bellissima notizia: le mie sedute di riposo potevano finire e avrei potuto ricominciare la mia vita. Non è stata facile la ripresa, avevo un pancione enorme e nessun muscolo a sostenermi, avevo perso ogni tipo di massa muscolare tanto è vero che dopo 10 metri avevo difficoltà a continuare; di nuovo mi ritrovai a ringraziare il destino perchè non ho sofferto mai di gambe gonfie ed innalzamenti di pressione che caratterizzano le ultime settimane di gestazione. Dopo circa 15 giorni una sera la mia piccola principessa ha deciso di uscire dalla mia pancia, sono state ore interminabili, iniziato il travaglio alle 20:00 sono riuscita a partorire alle 13:47 del giorno dopo, il 28 giugno 2013. Il travaglio credo sia stata la cosa più estenuante che io abbia mai vissuto, non avevo forze, non avevo forza per spingere, non avevo mai partecipato ad un corso pre-parto per cui non sapevo a cosa stavo andando incontro, sfinita riuscivo ad addormentarmi e sognare tra le contrazioni che si distanziavano di solo 1 minuto l’una dall’altra.
Arrivata in sala parto non riuscendo nei miei intenti l’ostetrica pilotò male il mio parto naturale ed oltre l’episiotomia che classicamente eseguono i medici, ho avuto una lacerazione di vagina e retto di circa 9,5 cm. Non ho visto mia figlia prima di addormentarmi con l’anestesia generale e mentre chiudevo gli occhi cercavo di immaginare come fosse tra le lacrime e le urla di chi mi circondava ero sorprendentemente la più tranquilla. Il dolore non era tanto, e per farvi sorridere vi dico che ero tornata immediatamente in linea solo con 2 tette enormi che aimè rimpiango! A parte scherzi, in sala operatoria mi hanno eseguito una plastica retto-vaginale con circa 40/50 punti, e alla fine mi hanno riportato nella mia stanza dove tra immensi dolori mi hanno consegnato la mia piccola. Appena presa in braccio ogni dolore sparì, ogni sofferenza sembrava dimenticata come per magia, lei era la cosa più bella che io avessi mai visto ed il contatto con la sua pelle profumata di biscotti, mi sembrò una carezza infinita.
Purtroppo però i dolori ancora non sono finiti a distanza di 3 anni e mezzo, e ritornano almeno una volta al mese, come ritornano le cattiverie della gente che mi ha fatto sentire meno mamma perchè a causa degli antibiotici non ho potuto mai, e lo dico in senso assoluto, potuto attaccare mia figlia al seno, non conosco il piacere di poterlo fare, mi hanno tolto il latte farmacologicamente al 3 giorno di vita di mia figlia, e si, mi sono sentita meno donna, meno mamma, menomata in parte più di quanto già lo ero fisicamente. Però so tutto delle varie tipologie di latte in polvere! Scherzo ragazze, datemi la possibilità di strapparvi un sorriso e di dirvi che nonostante tutto per mia figlia lo rifarei tutta la vita perchè l’amore di una mamma passa soprattutto dalla sofferenza.photos056_1

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