IMG_2196Leggere è una delle mie più grandi passioni! Come tutto ciò che si scopre e si impara ad amare da bambini, anche la lettura è un piacere che rimane dentro di noi e cresce con noi! Io devo questo amore folle a mia madre, e lei lo deve a suo padre…il mio mitico nonno di 89 anni che ancora oggi legge un libro alla settimana! Uno dei miei primi “regali insoliti” (il primo di una lunga serie nella mia “insolita infanzia”!!!), è stato l’abbonamento alla biblioteca della mia città! E non c’era un Natale, un compleanno o un “non compleanno” (la ricorrenza preferita dalla mia “insolita famiglia”, al punto che viene festeggiata ancora oggi!) in cui non ricevessi un LIBRO IN REGALO!

Ho capito molto presto, sempre grazie a mia mamma (o per colpa sua!!!), che la letteratura inglese di epoca vittoriana (ma anche quella dell’epoca precedente e quella dell’epoca successiva!) era la mia preferita! Impazzisco per quel tipo di linguaggio, per le descrizioni di quei luoghi, per la complessità di quei personaggi…ne sono perdutamente rapita ed affascinata!!!

Un’altra cosa di cui sono (inspiegabilmente!) appassionata sono le RUBRICHE…perciò, accanto agli “HOW TO DO”, ho pensato di “deliziarvi” con un appuntamento più o meno fisso dedicato alle RECENSIONI DI LIBRI CHE HO LETTO…E CHE MI SONO PIACIUTI, naturalmente!

Il primo libro di cui ho pensato di parlarvi è un romanzo scritto appena tre anni fa. Un libro contemporaneo a dispetto di quello che ho detto finora? Nossignore!!! Perché “LONGBOURN HOUSE”, della scrittrice Jo Baker, è ambientato nell’Inghilterra di inizio ‘800!

Le più attente di voi avranno già capito che il titolo di questo romanzo rimanda al ROMANZO PER ECCELLENZA! Come quale? C’è bisogno di dirlo? Cospargetevi il capo di cenere e implorate perdono all’altare di Miss Jane Austen se non lo avete capito! “Longbourn House” racconta il dietro le quinte di “Orgoglio e Pregiudizio”, ovvero, la vita silenziosa ed estremamente faticosa della servitù che permetteva al “bel mondo” vittoriano di essere tale! Ma non è un “sequel”, intendiamoci!! Io sono una “purista” del genere austeniano…mi rifiuto di leggere qualsiasi “seguito di” o “lei avrebbe scritto così” o “prima è successo questo”! NO!!! Per me i romanzi della Austen sono (solo ahimè!) sette (oltre ad un racconto breve e due incompiuti) e così devono restare! “Longbourn House” è un racconto a sé stante, non avrebbe alcun bisogno di avere sullo sfondo la famiglia Bennet e tutte le sue vicende…ma ci sono, e a mio parere costituiscono un valore aggiunto che non pregiudicano né sminuiscono l’intreccio della storia!

La protagonista è Sarah, giovane cameriera a servizio dei Bennet da quando era una bambina. Con lei, ai piani bassi della residenza padronale, si muovono e lavorano Mrs. Hill (l’energica e storica governante di casa Bennet), suo marito Mr. Hill (anziano e malandato maggiordomo, autista e tuttofare), e la piccola Polly, inquieta e curiosa come tutte le bambine! La vita di tutti è difficile e dura, ma è Sarah, in particolare, a non riuscire a rassegnarsi a certi compiti ingrati descritti dalla Baker con estremo realismo (mentre leggevo, mi sembrava di vedere con i miei occhi i geloni rossi e sanguinanti che Sarah aveva sulle mani)! La routine è monotona e faticosissima per le due ragazze, così, quando un giorno arriva a casa Bennet un giovane di cui nessuno sa nulla, la monotonia delle giornate passate a fare il bucato, pulire il cortile e riordinare la cucina, sembra finalmente spezzarsi. James, il nuovo arrivato, viene assunto da Mr. Bennet come valletto, ma presto si rivela essere un lavoratore infaticabile, pronto a sporcarsi letteralmente le mani e ad alleviare Sarah di alcuni compiti decisamente gravosi. James è gentile, ma estremamente taciturno e solitario e, come tutti a Longbourn House, sembra avere un segreto. Sarah è al contempo infastidita e affascinata da quel ragazzo, ed è così curiosa di sapere cosa nasconde da arrivare ad intrufolarsi nel solaio della stalla dove lui dorme per frugare tra le sue cose e scoprirne i segreti.

Con il racconto della trama mi fermo qui, perché questo è davvero un romanzo che merita di essere letto, perciò non voglio rovinarvi il piacere di farlo! Però vi dico che, come nella migliore tradizione austeniana, questo libro racconta una romantica storia d’amore e crescita personale, in cui non mancano rivelazioni e spiegazioni che, a mio parere, fondono in un tutt’uno armonioso, piacevolissimo e insolito, le vite di chi risiedeva ai piani alti con quelle di chi faticava ai piani bassi, dando risalto a queste ultime coma mai nessuno, prima d’ora, aveva fatto!

Buona lettura!

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