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“L’elefantina che voleva addormentarsi” è il secondo libro della serie di tre titoli appositamente studiati per aiutare i bambini a rilassarsi e ad addormentarsi facilmente.Lo scrittore, Carl Johan Forssen Ehrlin, con il suo best seller Il coniglio che voleva addormentarsi”, nel 2015,  ha raggiunto un successo internazionale.

Grazie al passaparola di tanti genitori soddisfatti del risultato, che ne parlavano con i loro amici e ne scrivevano sui social, la fama della magia del libro si è diffusa in tutto il mondo. Ed è proprio così che l’ho scoperto, una mattina, facendo colazione con una mia amica che mi raccontava di questi libri ed era entusiasta del racconto, così ho deciso di andarlo a comprare subito. Ho scelto il secondo libro della serie, perché le immagini mi hanno colpita maggiormente e la sera stessa ho iniziato subito a  leggere il racconto a Federico. Lui aveva appena compiuto 22 mesi e sinceramente mi sembrava un po’ presto addormentarlo leggendogli una fiaba, ma, tra i commenti dei genitori che si trovano nel libro, si potevano trovare testimonianze che andavano dai bambini di soli 8 mesi stregati dal testo, agli adulti con problemi cronici di insonnia, perciò decisi di provare ugualmente.

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La curiosità è che l’intero libro è appositamente scritto in maniera decisamente ”noiosa” proprio per rilassare e calmare il bambino: a tratti, infatti, l’uso del linguaggio può anche sembrare ripetitivo ed insolito. Il testo non è per nulla impegnativo: sono circa 11 pagine, accompagnate ciascuna da un’illustrazione, nella pagina accanto, che aiuta a capire meglio il racconto. Non a caso a Federico piace molto osservare queste figure e fare il verso di tutti gli animali che l’elefantina, la protagonista del racconto, incontra nel bosco magico in cui la fiaba è ambientata.

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In alcuni punti, inoltre, bisogna modificare il tono della voce, oppure sbadigliare, come indicato nelle istruzioni di lettura del libro  e vi assicuro che lo sbadiglio, dopo qualche pagina, parte spontaneamente! I progressi non sono stati immediati, ma si sono visti: nel mio caso,  dato che il mio bimbo ha sempre impiegato circa un’ora e mezzo per addormentarsi, inizialmente non bastava leggerglielo una volta sola, ma almeno tre volte e le prime sere in un’ora e un quarto riusciva ad addormentarsi. Dopo poco, però, in “soli” 50 minuti, che, credetemi, per me è un record, crollava letteralmente. Dalla terza settimana di sperimentazione, capitava che, alla fine della prima lettura, mi chiedeva  di andare nel lettino e dopo poco, con l’aiuto di qualche coccola, si addormentava beato. Anche se ci sono state sere in cui si metteva a saltare sul letto e non voleva collaborare,  devo confermare che, effettivamente, questo libro aiuta davvero: lui si gira  e si rigira nel letto, stropicciandosi gli occhi e cercando per tutto il tempo di lottare contro il sonno, ma alla fine crolla.

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