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Io e mio marito ci siamo sposati quasi cinque anni fa. Avendo avuto un fidanzamento piuttosto breve, non abbiamo sentito subito il bisogno di provare ad avere un bambino. Lo abbiamo visto, specialmente io, come un passo molto importante e su cui riflettere bene. Mille ansie, mille paure invadevano la mia mente. Non sapevo cosa mi sarebbe aspettato, non sapevo se potevo essere in grado di affrontare una gravidanza e poi la vita con un bambino.
La decisione di provarci è venuta quasi spontanea nell’estate del 2015. Ci siamo detti che, aspettare il momento giusto non avrebbe di certo cancellato tutti i pensieri e le paure e a Novembre un test di gravidanza ci ha annunciato che di li a nove mesi saremmo diventati genitori.

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Ricordo quei giorni con tanta tenerezza; io in preda all’incredulità, non mi rendevo conto di cosa ci stesse succedendo, ma una cosa la ricordo molto bene, la sensazione di non essere più sola.
I primi tre mesi sono stati i più lunghi della mia vita; le nausee non mi mollavano nemmeno un minuto, la stanchezza e il sonno continuo scandivano le mie giornate. Mi sentivo proprio uno straccio.
In quel periodo feci anche il bi-test e in seguito la traslucenza nucale e in quell’occasione la ginecologa mi disse che all’80% avremmo avuto un maschietto.

Subito sono entrata in panico. In famiglia ultimamente erano nate solo femmine, non sapevo dove mettere le mani. Eravamo tanto contenti di questa notizia, ma non comprai nulla. Sentivo che era maschio però decisi di aspettare! Fantasticavamo sul suo nome, lo abbiamo persino scelto, dopo tante lotte.

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Finchè arrivati al secondo trimestre, e quindi al quinto mese inoltrato, non feci la Morfologica, e li, tutto è cambiato. Dentro di me batteva il cuoricino di una bellissima bambina. Sconvolti, ma felicissimi. Per noi l’importante era che stava bene e che cresceva bene, il resto non contava.

Il secondo trimestre è stato il più bello da un lato e il più preoccupante dall’altro. Il più bello perchè finalmente le nausee erano scomparse e io mi sentivo, oltre che molto bella, anche in piena forma. Non mi fermavo un secondo, ero sempre in macchina, giravo tutto il giorno. Pulivo casa, senza esagerare, cucinavo e quando potevo andavo pure a camminare. Iniziava a crescere la pancia e io mi sentivo sempre di più mamma. La mia piccola stava bene, cresceva e iniziavo a sentirla, la sensazione era stupenda, mai sentito nulla di più bello.

C’è stato però un piccolo ostacolo che mi ha fatto fermare per alcune settimane, più che altro un grande spavento. Sono stata ricoverata per alcuni giorni e sottoposta ad una piccola operazione. La paura è stata tanta, ma è andato tutto bene e noi potevamo stare tranquilli. La piccolina si feceva sentire in continuazione, come per farci stare sereni. Anche questa l’avevamo superata.

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Arrivato il terzo trimestre è arrivato anche il corso pre parto. Sono stata molto felice di averlo fatto, mi è servito tanto. Avevo gli elementi giusti per prepare le valigie e soprattutto per poter decidere del mio parto come volevo. Ero abbastanza tranquilla. Pensavo al giorno della nascita come ancora lontano. All’ottavo mese avevo già lavato tutti i vestitini e preparato le borse. Mi sentivo in forma, nonostante il continuo mal di stomaco dovuto alla bimba e ai suoi piedini. Ho fatto anche la visita anestesiologica, ma solo come cosa in più per un eventuale parto cesareo d’urgenza. L’epidurale era una cosa che non avrei voluto mai e poi mai fare. Volevo un parto naturale nel vero senso della parola.

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Ho sempre pensato che sarei arrivata alla quarantsima settimana, invece mia figlia decise di nascere a trentotto settimane. Purtroppo non ho avuto un parto facile. Lei aveva rotto solo parzialmente il sacco e le contrazioni c’erano ma non partivano bene come di dovere. Così mi hanno indotto il parto con l’aiuto dell’ossitocina. Successivamente mi hanno rotto il sacco definitvamente dopo aver fatto l’epidurale. Si, alla fine ce ne è stato bisogno. Erano passate tantissime ore da quando ero entrata in sala parto e io ero davvero sfinita. Non volevo arrivare al momento espulsivo troppo stanca, così ho deciso di farla e la rifarei altre cento volte. Il momento delle spinte non è stato facile, c’è stato bisogno di praticare l’episiotomia. Ero molto preoccupata, però mi sono fidata delle ostetriche e del ginecologo, persone davvero brave e competenti. Mi ha aiutato tanto anche la presenza di mio marito, che è stato tutte quelle ore li con me, a coccolarmi, a tenermi la mano, a sussurrarmi parole di incoraggiamento. Sono stata davvero felice di averlo voluto li con me.

Ilaria è nata dopo dieci ore di travaglio attivo, e vederla per la prima volta mi ha fatto dimenticare all’istante tutto il dolore provato. Il suo profumo, dolce, sapeva di vaniglia, se chiudo gli occhi, ancora lo ricordo. Tenerla fra le mie braccia mi ha fatto capire il vero senso della vita. In quel momento era tutto come doveva essere, tutto perfetto; avevo vicino mio marito e finalmente mia figlia. Tutto, da li in poi sarebbe stato diverso, ma al tempo stesso meraviglioso.

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