I miei nove mesi

 

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Aspettavo di vivere i famosissimi “9 mesi più belli della vita di una donna” ormai da tre anni.

Strada difficile, complicata, piena di salite anche molto ripide.

Ma dopo mille peripezie (per niente divertenti) eccoci qui. Incinta. Finalmente.

La mia gravidanza è così riassumibile:

 

Primo trimestre

Nausea, nausea, nausea, sonno, nausea, nausea.

 

Secondo trimestre.

Il migliore. Pancia decisamente accettabile, abbastanza piccola da non dare fastidio ma abbastanza grande da non sembrare solo ciccia. Energia inaspettata, euforia e finalmente primi acquisti consistenti (vedi trio, lettino, vestitini e accessori vari).

Come tutti i bei momenti anche il secondo trimestre vola via in un secondo.

 

Terzo trimestre.

Una tortura. Non tanto il settimo e l’ottavo mese, che se non fosse per la pancia sempre più ingombrante e la spossatezza perenne, potrebbero fare parte del mitico secondo trimestre.

Il nono mese…lui..ecco, quello è il vero incubo. Pancia enorme, leggiadria di una balena spiaggiata, difficoltà nei movimenti basilari (mettersi le scarpe, alzarsi da divano/letto, vedersi i piedi – per non dire altro), stomaco grande come un limone e totale incapacità di digestione.

Il nono mese è infinito, la paura del parto e tutti i malesseri sopra citati lo hanno reso la parte più faticosa della gravidanza.

 

Poi finalmente arrivano QUEI dolori, sempre più intensi e sempre più regolari.

Qualche bagno caldo, respirazioni mirate e poi via, ultime costine in valigia e poi tutti in ospedale.

Li mi aspettano 2 monitoraggi, una notte di contrazioni sempre più forti e poi finalmente tutto prende la piega che deve prendere.

Entro nella vasca (ho partorito in acqua) alle 8 e alle 11.26, stremata, accaldata, distrutta, arriva LUI. Me lo appoggiano sulla pancia, e li inizia l’avventura. Tutto il colore sparisce (momentaneamente, sia chiaro) e c’è solo Lui, solo Noi.

Ci accompagnano in una stanza e passiamo le prime 2 ore della nostra nuova vita insieme, con Lui che dorme su di me, e noi increduli che lo guardiamo.

Ma veramente eri tu dentro la mia pancia? Eri tu che mi tiravi tutti quei calcetti e decidevi in che posizione dovevo dormire? Eri tu che con i tutti singhiozzi quotidiani mi tenevi compagnia?

 

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