Copertina del libro

L’annuncio di una nuova gravidanza è quasi sempre accompagnato da diverse emozioni, spesso sono due: da un lato la gioia, dall’altro la preoccupazione, che sottile si insinua nei pensieri dei futuri genitori, fino a quando viene trasformata in dolore se qualcosa non va per il verso giusto. Qui il vuoto, il silenzio, il bianco totale delle emozioni. Questo è quello che colpisce di più del libro “il mio primo giorno”, il racconto di Giacobbe Scurto, sulla prima gravidanza della moglie Miriam, finita tragicamente al sesto mese di gravidanza con la nascita del piccolo Nathan, che purtroppo non è stato abbastanza forte per vivere ed oggi è un bellissimo angelo.

Quando si vive un’esperienza del genere, il primo impulso della mente è quello di cancellare il dolore e scacciare il pensiero di quello che è stato, semplicemente non parlandone più. Ma come si può dimenticare una vita, che seppur per breve tempo c’è stata? Se lo chiede Giacobbe, che forte della consolazione ricevuta con la nascita del suo secondogenito Noah, riprende in mano tutto il dolore sofferto con la moglie poco meno di due anni prima, e scrive una storia triste, ma che in realtà vuole essere un monito, un aiuto per chi ha vissuto una situazione analoga, uno spunto di riflessione sull’amore “che move il sole e l’altre stelle” (come scrisse Dante) la scintilla da cui è partito tutto, l’amore di Giacobbe per Miriam e la loro voglia di diventare sposi e genitori.

Giacobbe, sua moglie e Noah
Giacobbe, sua moglie e Noah

Giacobbe ed Miriam sono pastori della Chiesa Evangelica Oasi, su Facebook e Instagram hanno creato una pagina e un profilo per questo libro “Il mio primo giorno”.

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