unnamed-12Nell’era di Internet, dei social e dei mezzi di comunicazione istantanei ci sta capitando di essere annichiliti spettatori di una delle catastrofi più cruente del XXI secolo.
Non voglio entrare in merito o parlare della situazione politica della Siria – che è davvero complicata e controversa – ma voglio esprimere ciò che noi donne e mamme proviamo in questo momento: Indignazione. Paura. Sgomento.

Credo che, per fare un semplice esempio, tutti sappiamo cosa sia e quando si celebra la Giornata della Memoria. Leggere sui libri di storia le inumane barbarie compiute ai tempi della Seconda Guerra Mondiale ci ha fatto indignare e chiederci come l’essere umano possa arrivare a compiere determinati crimini contro l’umanità. Tutto questo però non era documentato minuto per minuto dalle stesse vittime perseguitate come sta accadendo adesso. Per cui c’era la grande scusante: il mondo non conosceva sul momento le atrocità perpetrate.
Al giorno d’oggi invece gli abitanti di Aleppo ci raccontano loro stessi il terrore in cui vivono e ciò che sono costretti a subire. Lo fanno attimo dopo attimo tramite Twitter e il web. Per cui non ci sono scusanti, non si potrà dire che non sapevamo.
È questa la più grande sconfitta dell’Occidente e dei Paesi che abbiamo l’ardire di chiamare civili.
Secondo me tutti gli Stati che prendono atto del fatto che ci sia un massacro in corso e che non si adoperano per arginarlo sono ugualmente colpevoli. Di certo è universalmente risaputo che è un crimine calpestare – come sta accadendo – le basilari leggi dei diritti umani internazionali.

Il mondo non deve guardare da un’altra parte, non si può dare così poco valore alla vita umana.
Tutto ciò diventa ancora più grave se ci rendiamo conto che in Siria, negli ultimi anni, si conta un numero sempre maggiore di vittime fra i bambini.
Parlare di questo non è facile per me che ho la fortuna di avere mio figlio che dorme sereno qui al mio fianco. Lo guardo e penso che in questo momento c’è un’altra mamma che invece prega affinché il proprio bambino non sia l’ennesima vittima di questo abominio. Senza poterlo tutelare, senza avere la possibilità e la certezza di metterlo al sicuro. L‘Unicef riporta informazioni di sconvolgente gravità: le strutture sanitarie, i medicinali e il personale medico ad Aleppo  non è in grado di far fronte ai molteplici civili (fra i quali bambini) feriti. Può succedere che durante le emergenze non si possa intervenire a curare i casi più gravi per mancanza di materie prime e che quindi alcuni essere umani siano condannati a morire senza speranza.

Le famiglie sono profughe nella loro stessa città e adesso più che mai dovremmo sentirci coinvolti in questo dramma che viviamo attraverso i video e le immagini del web. Unhcr, Oxfam e Save The Children sono associazioni umanitarie che si occupano di garantire un aiuto al popolo siriano tramite donazioni.
Quando abbracciamo i nostri figli, ci scambiamo i regali di Natale e godiamo della gioia che vediamo riflessa negli occhi dei bambini dobbiamo ringraziare del fatto che non sia capitato a noi patire tante sofferenze. Perchè nel mondo in cui viviamo nulla è scontato e niente ci rende veramente immuni dalla cattiveria che gli uomini riescono a riservare ai loro simili.

Personalmente provo paura perché i capi di stato delle nazioni militarmente più influenti sono responsabili e parte attiva in tutto ciò. Questo mi fa riflettere sul fatto che nessuno è veramente al sicuro in un mondo in cui per i potenti è facile indignarsi e condannare le empietà che si stanno compiendo. Non è però altrettanto facile mettere da parte gli interessi e ristabilire il rispetto per la vita umana. È dimostrato che l’interesse economico di una Nazione va al di sopra di ogni tipo di remora. Non si tratta più di azioni fanatiche compiute da folli religiosi o politici (come è già accaduto in fatti antichi e recenti) ma di programmi che mirano sempre e comunque a piani ben precisi. In questo caso l’ appetibilità della Siria per posizione geografica e ricchezza di materie come gas e petrolio.

Dobbiamo continuare ad indignarci perché i bambini di Aleppo sono come i nostri figli. Ci vengono mostrati video ed immagini che descrivono l’immensa sofferenza e il terrore che provano quotidianamente. Quello  che per me è davvero intollerabile è il constatare la rassegnazione e l’estrema dignità dipinta in quei piccoli volti.

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