Le pagelle

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Finisce la scuola ed è tempo di pagelle.

Promosso? Bocciato? 8 o 9? 9 o 10?Ha alzato o ha abbassato il voto?

Se ne sentono davvero di tutti i colori.

Che poi si fa presto a dire “consegna delle pagelle”…i veri protagonisti non sono loro, i bambini, e neppure quell’elenco di voti stampigliati su un cartoncino con timbri e firme, no i protagonisti indiscussi siamo noi: I GENITORI.

Ce ne sono di tutti i tipi e di tutte le specie.

C’è quello che aspetta con aria tronfia di leggere i voti, sicuro di avere per figlio l’Einstein del nuovo millennio. Apre la pagella davanti a tutti per fare sfoggio di quei voti da primo della classe. Con aria sorpresa e compiaciuta sgrana gli occhi, sfodera un sorriso da orecchio ad orecchio e con lo sguardo cerca l’attenzione di qualche altro genitore per dare inizio al monologo. Se gli altri genitori non gli danno soddisfazione perché magari intenti in qualche altra chiacchiera fa di tutto per intervenire nel discorso ed iniziare a fare sfoggio della pagella.

C’è quello che data una rapida occhiata ai voti, aprendo la pagella con una micro fessura neanche stesse giocando la finale dei campionati mondiali di poker, per non correre il pericolo che occhi estranei scrutino i voti segreti, sciolina lì un bel “meglio di così” e scappa, prima che bocche impertinenti facciano domande scomode.

C’è quello che visti i voti di un figlio non certo il primo della classe fa sfoggio dei voti dell’altro figlio, perché “lui insomma, ma suo fratello…”. L’autostima del bambino ringrazia ed inizia a sotterrarsi da sola.

C’è quello che arriva timoroso ben conscio dei limiti del proprio figlio e, vista la pagella, si rilassa, si distende, gli si stampa in viso un’espressione da “ho finito la maratone, l’ho corsa tutta, sono arrivato al traguardo, non sono arrivato tra i primo 100, ma neppure ultimo, oddio non ce la faccio più, ma ce l’ho fatta”.

C’è quello che crede e pretende di avere per figlio un genio, tanto che di notte lo fa dormire dentro una lampada, e quindi crede e pretende non solo di avere tutti 10, ma di essere l’unico della classe ad avere siffatti voti. E così, quando si accorge che non sono tutti 10, prende la pagella, la infila sotto il braccio stile baguette e fila via di corsa, bruciando sulla partenza persino un pilota di formula 1.

C’è quello onesto che sa perfettamente che il figlio non è il primo della classe e con onestà disarmante non solo non lo pretende, ma non si fa problemi a commentare i voti con gli altri genitori, non vergognandosi affatto di non avere voti a doppia cifra.

E poi ci sono io.

Vi starete chiedendo in quale categoria rientro io.

Beh, quest’anno in nessuna di queste.

Quest’anno ho voluto dare spazio a lui, allo scolaretto, protagonista indiscusso di quei voti stampigliati sulla pagella.

Così siamo andati insieme e, mentre io firmavo per il ritiro, lui seduto accanto a me, ha avuto la soddisfazione di guardare per primo i voti, di prendersi i complimenti delle maestre e uscire orgoglioso con la sua pagella in mano.

Poi saliti in bicicletta e riposta la pagella nella mia borsa senza che io ancora l’avessi guardata, seduto sul seggiolino dietro a me, mi ha battuto sulla schiena e mi ha sussurrato all’orecchio “Mamma sono felicissimo, ho preso…”.

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