Padri in sospeso

PAP-CO1

Sono le 8:00 e sono già in spiaggia.
C’è una pace, poche persone in giro, la bimba dorme e leggo un articolo toccante su “Il Fatto Quotidiano” di oggi Venerdì 13 Giugno, un giornalista del Tg2 scrive al giornale una lettera dal titolo: “Io, padre sospeso in attesa di una legge per me e mia figlia”.


Il Sig. Lo Savio vorrebbe rivendicare il suo diritto di padre, passare più tempo con sua figlia e poterla educare con i propri valori, istruire, insegnare con l’esempio, in pratica “crescere” sua figlia, ma non può, perché questo signore fa parte di quei tanti papà separati, ma nonostante un affidamento condiviso, non gli è permesso fare tutto ciò.
Sì, perché in Italia, se non sei genitore collocatario, ossia quello che ha la casa dove dorme il bambino, colui che vive la “quotidianità”, fai fatica a far valere i tuoi diritti!
Se da una parte ci sono padri che non gliene frega niente e si limitano, forse a pagare gli alimenti ogni mese, dall’altra ci sono padri che non ci stanno:
Padri desiderosi di fare la propria parte e non rinunciare al ruolo di genitori con pari dignità al fianco dei figli!
Nel 2006 il Parlamento Italiano, ha varato una buona legge, pur con alcune falle, la n. 54, che stabiliva la regola generale dell’affidamento condiviso, dove si metteva nero su bianco il diritto del minore, a rapporti continuativi ed equilibrati con entrambi i genitori ed entrambi i rami della sua famiglia.
Però, la posizione del padre o del genitore “non collocatario” (nella quasi totalità dei casi il padre) ha continuato a coincidere pressappoco col vecchio diritto del genitore non affidatario nell’affido esclusivo.
Come se nulla fosse stato!
In poche parole i decreti e le sentenze concedono al genitore non collocatario, nella maggioranza dei casi il padre, la facoltà, neppure il diritto, di avere con sè il figlio due giorni ogni quindici, nessuna possibilità in fatto di influire sulle scelte che riguardano il minore.
E per finire in bellezza, in Parlamento giacciono ormai da anni molti progetti di riforma in tema di affido condiviso, nessun progetto tuttavia arriva mai al voto in aula.
Come il Sig. Lo Savio ci sono milioni di papà in questa condizione, e non c’è bisogno di lavorare in Rai o essere giornalista, io ne conosco uno molto bene di papà in queste condizioni, il mio compagno:
Si taglierebbe volentieri una mano, se ciò gli permettesse di vedere e stare col figlio di nove anni più di un pomeriggio a settimana!
E non ci sono parole per descrivere la tristezza negli suoi occhi, quando per un motivo o per l’altro, a volte anche futili, non può incontrare il suo bambino!
Ora per concludere, occorre fare dei cambiamenti in termine di riforme a questa legge, oppure non chiamiamolo più affido condiviso!
Bisogna fare in fretta – come dice Lo Savio – “perché i nostri bambini, stanno crescendo privati di un genitore, quasi sempre il padre.
Con vuoti incolmabili.”
G.

(Foto presa dal web)

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